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In questo libro, che racconta “Il coraggio dei ristoratori bolognesi” del dopoguerra, tra le 40 monografie di ristoratori bolognesi, che delineano un quadro della storia gastronomica, viene raccontata l’avventura dei fratelli Avoni e di quello che è stato l’inizio dell’osteria di oggi.
Giovedì 14 marzo partecipa alla presentazione del libro in sala borsa a Bologna!


Le guide e gli articoli che parlano di noi
Repubblica – Le guide ai sapori e ai piaceri

Antica casa contadina del borgo medievale di San Pietro, fu convertita negli anni ’30 all’attività di ristorazione, spaccio alimentare e tabaccheria. Un tempo conosciuta anche come “Osteria delle vecchine” per via delle due sorelle proprietarie, il locale è arredato con gusto rustico e tradizionale ed è nella lista provinciale delle Botteghe Storiche.
Il menù propone i piatti tipici della cucina bolognese con tanta pasta al mattarello. Specialità della casa le tagliatelle al ragù, i tortelloni di ricotta e i tortellini in brodo. Crescentine con affettati e carne alla brace completano l’offerta con i dolci, ispirati dalle “ricette segrete del bisnonno”, capostipite della famiglia.
Il Resto del carlino – Gite fuori porta – San Pietro
Minuscolo ma grazioso, il borgo di San Pietro si trova sulle prime colline di Ozzano, ai confini con il Parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei calanchi dell’Abbadessa. Inizialmente al suo posto sorgeva uno dei tanti castelli eretti in epoca medioevale a difesa della Via Emilia. Di quell’epoca è possibile ammirare ancora la splendida torre recentemente restaurata e la chiesa di San Pietro. Accanto alla chiesa, vale la pena visitare anche le due fontane del XV secolo, dette “Delle Armi”, dal nome della famiglia bolognese che qui aveva un palazzo. Caldamente consigliata una sosta nell’antica osteria del borgo, che continua orgogliosamente la tradizione “delle vecchine”, che preparano le tagliatelle ancora come una volta.



Il Resto del Carlino – Cosa fare
Ha ancora la buca delle lettere con lo stemma sabaudo e l’insegna del telegrafo: è l’Osteria San Pietro, ruspante trattoria da più di cent’anni ai confini dei calanchi dell’Abbadessa e del parco regionale dei Gessi. D’estate nella veranda sotto le frasche del vecchio olmo, tra tovagliette di carta e rossi e bianchi della casa, accoglie chi fa delle tagliatelle il suo must, magari condite con ragù, formaggio di fossa o porcini.

Inserto di Repubblica – Trova Bologna
E’ il nucleo medioevale di Ozzano quello che oggi chiamiamo San Pietro e che attorno all’anno mille si chiamava Uggiano. Qui all’ombra dei resti del castello sta l’Osteria San Pietro, dovi si possono gustare i tradizionali piatti della cucina bolognese preparati in famiglia secondo le antiche ricette, accompagnate dai vini delle colline circostanti. Da provare le tagliatelle al ragù, i tortelloni di ricotta e gli intramontabili tortellini n brodo. Crescentine con affettati e carne alla brace completano l’offerta, ma non sono da trascurare i dolci tramandati dal bisnonno. Si va dalla zuppa inglese, al fiordilatte, al semifreddo di mascarpone con scaglie di cioccolato, fino al celebratissimo salame di cioccolato.
Sempre per sentirsi a casa, anche il caffè è preparato e servito al tavolo con la moka.
La trattoria ha una tradizione centenaria e tra gli affezionati ci si invita ancora dicendo “andiamo dalle vecchine”. Le antiche gestrici erano la Maria, che stendeva la sfoglia sotto gli occhi del cliente, e la Nina che controllava il ragù a lungo tenuto a bollire sul fornello. Il vino, infine, era spillato dallo Schicci, il fratello, con il tubo direttamente dalla damigiana e tutto era ruspante, galline e gatti giravano ovunque liberamente.

Il Mangiarozzo 2012

Dal 2006 siamo stati inseriti nella guida alle osterie e trattorie il mangiarozzo (ex Il gambero rozzo), che recensisce locali dove si fa ancora cucina di tradizione, dove il servizio è quello che è (spontaneo, familiare, sicuramente sorridente), dove il vino è spesso della casa, il desinare solido e il conto leggero. Divisa per regioni, la guida ha selezionato locali utilizzando un criterio rigoroso di affidabilità – più che una questione d’etichetta si fa una questione di forchetta.

La guida gastronomica MANGIARE FUORI A BOLOGNA nel 2012 (ed. Pendragon) ci ha recensito tra le trattorie di provincia veraci.
Questa la recensione

Il Resto del Carlino – A tavola fuori porta
Un buon esempio è la tradizionale osteria San Pietro, dove troverete innanzitutto una dimensione umana: nessuno che vi guarda di traverso mentre versate il vino, la possibilità di mangiare all’aperto, sotto il grande albero, nella bella stagione, un’apperecchiatura informale e soprattutto una cucina essenziale, fresca e buona. La tradizione insomma è qui, in questa osteria che è stata ritoccata, con garbo e che si misura con piatti storici quasi a rievocare i tempi in cui Bologna era davvero la capitale del mangiar bene. Approfittatene dunque per riscoprire i tortellini in brodo, o lo splendido ragù che guarnisce le tagliatelle, o ancora la grigliata oppure la selezione di buon salumi. Insomma sapori veri e veramente buoni a trenta euro circa.
